Aids/Hiv Forum - Sieropositivi

Posts written by artois

  1. .
    Avete già detto tutto se Dulce non esistesse bisognerebbe inventarla :wub: :wub:
    E grazie a tutti voi :wub: :wub:
  2. .
    Ciao SKAKY mi fa piacere che hai iniziato la terapia vedrai che andrà meglio :)
    un abbraccio
  3. .
    Buongiorno
    Mi è pervenuta una richiesta che trasmetto al forum se qualcuno di voi potrebbe essere interessato prego di contattarmi tramite MP o email lo/la metterò in contatto con l'autore della trasmissione

    " salve, sono un autore di una trasmissione tv di una rete nazionale...e sto cercando una persona sieropositiva che abbia voglia di parlare di una sua relazione, presente o passata, con un'altra persona, sieropositiva o no,... o anche il contrario, un negativo che ha avuto o ha una relazione con un sieropositivo/a. Il massimo sarebbe che abbiano un figlio, ma non è essenziale.
    In questa puntata vorremmo dare la possibilità di raccontare anche una testimonianza diretta di qualcuno che abbia affrontato, o affronti tuttora, una sfida del genere.
    Saremmo disposti ovviamente a venire incontro alle esigenze di chi magari verrebbe solo se tutelato dall'anonimato, credo che in questo caso sia molto importante comunque avere una testimonianza diretta e siamo disposti ad averla ad ogni costo.
    Le spese per il raggiungimento degli Studi Rai di Napoli dove si registrerà il programma saranno ovviamente a carico nostro, ed è inoltre previsto un contributo economico per una eventuale presenza nella nostra trasmissione."

    Qualunque aiuto ovviamente sarà gradito!


    Artois
  4. .
    MOSCA - Restano in vigore le restrizioni d’ingresso e permanenza in Russia per gli stranieri sieropositivi o malati di Aids: possono richiedere visti turistici, ma non lavorare o risiedere in Russia. La ministra della Sanità Veronika Skvortsova questa settimana aveva proposto di cancellare il divieto per combattere le discriminazioni, ma si è scontrata con l’opposizione del responsabile degli Interni: per Vladimir Kolokoltsev, modificare la legge in materia “comprometterebbe la sicurezza nazionale” minacciando “la salute del popolo russo”. Oltre alla Russia, nel mondo sono solo 12 i Paesi (Brunei, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Guinea equatoriale, Iran, Iraq, Isole Salomone, Papua Nuova Guinea, Qatar, Singapore, Sudan, Yemen) a limitare l’ingresso e la permanenza sul proprio territorio dei sieropositivi. Negli Stati Uniti è stato l’ex presidente Barack Obama a revocare il divieto otto anni fa. E la Cina lo ha fatto nel 2010.

    Un grande passo avanti. La ministra della Sanità russa spera quantomeno di far abrogare la legge che, al momento, vieta ai sieropositivi di adottare o prestare servizio nell’esercito. Nel marzo 2015 era stato fatto un grande passo avanti quando fu consentito agli stranieri sieropositivi con parenti di cittadinanza russa di viaggiare e risiedere in Russia. Merito della Corte costituzionale russa chiamata a pronunciarsi sul caso di due cittadini ucraini e di un moldavo espulsi dopo essere risultati positivi al test Aids benché sposati con cittadini russi.

    In Russia ci sono 871 mila sieropositivi. Non ci sono prove scientifiche che questi divieti fermino la diffusione del virus, semmai – sostengono gli operatori – peggiorano la situazione stigmatizzando i portatori. Nel 2015 il numero di russi sieropositivi superò la tragica soglia del milione. E l’anno scorso, ha detto la vice premier Olga Golodets, sarebbero stati registrati 103.438 nuovi casi. Oggi in tutta la Federazione, su una popolazione di 143 milioni di abitanti, 871mila sono sieropositivi secondo il governo. Vadim Pokrovskij, a capo del Centro federale anti-Aids, stima che siano almeno un milione e mezzo. Il tasso d’infezioni è aumentato del 133 percento dal 2006 e cresce del 10-15 percento l’anno, a una velocità paragonabile a quella registrata negli Anni ’80 negli Stati Uniti. La più alta in Europa e tra le peggiori in tutto il mondo.

    Il ruolo delle rotte dall'Afghanistan. L’Unione sovietica iniziò a monitorare i contagi nel 1985. Per oltre dieci anni, la situazione sembrò sotto controllo. Ma, dopo il crollo dell’Urss, tra il 1997 e il 1998, si aprirono le rotte del traffico della droga dall’Afghanistan attraverso i porosi confini dell’Asia centrale ex sovietica. Eroina e altre droghe iniettabili diventarono facilmente accessibili nel Paese e la diffusione del virus si impennò. Secondo i dati più recenti, l’uso di droghe per endovena sarebbe responsabile del 58% delle infezioni Hiv, la trasmissione sessuale del restante 42%.

    Poco si fa per invertirte la tendenza. Nonostante questi dati allarmanti, gli operatori nel settore denunciano che poco venga fatto per invertire la tendenza. I fondi statali bastano solo a garantire le cure a poco più di 260mila pazienti, i centri Aids sono appena un centinaio e le basilari tecniche di prevenzione non vengono messe in atto. Una, la terapia di sostituzione degli oppiacei (Ost) che rimpiazza le droghe per endovena con l’assunzione orale di metadone, è stata dichiarata illegale. L’altra, il programma di scambio di aghi (Nep) che prevede la distribuzione di siringhe e aghi puliti in cambio del materiale usato proprio per evitarne riutilizzi e contagi, non riceve fondi. E in più governo e Chiesa si oppongono all’introduzione dell’educazione sessuale nelle scuole.

    Non mancano i segfnali positivi. All’inizio di quest’anno aveva fatto scalpore la decisione di introdurre un registro nazionale dei sieropositivi e di multare quanti si sarebbero rifiutati di farlo, ma dopo le polemiche e il timore che portasse a ulteriori discriminazioni l’iscrizione è diventata volontaria. Ma non mancano



    i segnali positivi. L’anno scorso è stata lanciata la campagna “Stop Hiv/Aids” per promuovere i test tra i più giovani e il fatto che a promuoverla sia stata Svetlana Medvedeva, moglie del premier, manifesta quantomeno un interesse delle “alte sfere”.
  5. .
    Non si può dire come ci si deve comportare in un rapporto sessuale a prescindere
    dobbiamo essere noi ad avere un comportamento che permetta di vivere la sessualità
    con responsabilità verso gli altri ma nn solo per il virus HIV ma anche per le varie Mts
    che sono sempre dietro l'angolo.
    Adesso la ricerca scientifica ha constatato che un sieropositivo con viremia stabile azzerata
    non è in grado di infettare quindi questo vuol dire che in caso di incidenti di percorso
    ovvero rottura del profilattico il nostro/a partner nn rischia nulla.
    Il dirlo o non dirlo e' una opzione personale e non obbligatoria personalmente esprimendo
    il mio pensiero che non ritengo giusto dirlo in rapporti occasionali o mordi e fuggi purché e ribadisco
    purché si usino le dovute precauzioni , se invece pensiamo di avere davanti un/una possibile partner
    con cui è possibile instaurare un legame duraturo ritengo fondamentale dirlo e' questo il modo di fargli
    capire che ci tieni particolarmente e lo vuoi ,dandogli la scelta di decisione,non solo per il sesso ma
    anche e sopratutto per una vita assieme che qualche volta la condizione di siero+ può presentare problemi.
  6. .
    " Circa 15 gg fa ho avuto un rapporto con un trans (solo all'idea mi viene il voltastomaco) in cui ho praticato e ricevuto un rapporto orale con l'uso del profilattico, in più ho avuto un rapporto anale da attivo sempre con preservativo."

    Mah queste considerazioni proprio non le capisco se ti faceva schifo non ci saresti andato
  7. .
    La fellatio ricevuta NON E' A RISCHIO PONDERABILE DI INFEZIONE DA HIV ma può esserlo per altre MTS
    Puoi fare un test hiv combinato a 30 giorni dal rapporto più che altro per stabilire un punto zero su cui fare riferimento per il futuro.
    Se risulterà negativo chiudi pure la storia
  8. .
    In Italia non esiste l’obbligo di dichiarare il proprio stato sierologico e non esiste neppure alcun obbligo a sottostare alla richiesta di possibili o esistenti datori di lavoro di esibire l’esito di un test Hiv. Anzi, tale richiesta andrebbe denunciata alla pubblica autorità, o alle associazioni, in quanto illegittima.
    So però che in alcuni settori pubblici viene richiesto il test Hiv per tutela della salute pubblica.
    Cmq ti posto la legge al riguardo:

    Legge 135 del giugno 1990 ......( non so se vi sono successive modificazioni al riguardo )

    Aspetti giuridico-normativi

    Lo Statuto dei lavoratori vieta tassativamente al datore di lavoro di compiere direttamente accertamenti sullo stato di salute del lavoratore. Al dipendente o alla persona in considerazione per un’assunzione, il datore può soltanto richiedere, per alcune mansioni, una attestazione di idoneità.La Legge 135/90 vieta espressamente al datore di lavoro lo svolgimento di indagini volte ad accertare lo stato di sieropositività all’Hiv.

    L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO o OIL) – l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere la giustizia sociale e i diritti nel mondo del lavoro – ribadisce che non vi devono essere discriminazioni in base alla reale o presunta positività all’Hiv e che a nessun lavoratore deve essere richiesto di effettuare il test Hiv o di rilevare il proprio stato sierologico.

    Costituzione, art. 32La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

    Statuto dei lavoratori, L. 300/70 art. 5 (Accertamenti sanitari)
    Sono vietati accertamenti da parte del datore di lavoro sulla idoneità e sulla infermità per malattia o infortunio del lavoratore dipendente.Il controllo delle assenze per infermità può essere effettuato soltanto attraverso i servizi ispettivi degli istituti previdenziali competenti, i quali sono tenuti a compierlo quando il datore di lavoro lo richieda.Il datore di lavoro ha facoltà di far controllare la idoneità fisica del lavoratore da parte di enti pubblici ed istituti specializzati di diritto pubblico.

    L. 135/90, art. 5 (Accertamento dell’infezione)
    3. Nessuno può essere sottoposto, senza il suo consenso, ad analisi tendenti ad accertare l'infezione da HIVse non per motivi di necessità clinica nel suo interesse. Sono consentite analisi di accertamento di infezione da HIV, nell'ambito di programmi epidemiologici, soltanto quando i campioni da analizzare siano stati resianonimi con assoluta impossibilità di pervenire alla identificazione delle persone interessate.
    5. L'accertata infezione da HIV non può costituire motivo di discriminazione, in particolare per l'iscrizione alla scuola, per lo svolgimento di attività sportive, per l'accesso o il mantenimento di posti di lavoro.

    L. 135/90, art. 6 (Divieti per i datori di lavoro)
    1. È vietato ai datori di lavoro, pubblici e privati, lo svolgimento di indagini volte ad accertare nei dipendenti o in persone prese in considerazione per l'instaurazione di un rapporto di lavoro l'esistenza di uno stato disieropositività.

    <b>I Ministeri della Salute e del Lavoro hanno emanato nel 2013 una circolare per rispondere ufficialmente alle numerose richieste di chiarimento in merito alla legittimità di richiedere il test Hiv ai lavoratori.In questa circolare si sottolinea che l’Hiv non si trasmette attraverso il contatto occasionale e che la presenza sul luogo di lavoro di persone con Hiv non è un rischio per la sicurezza; viene inoltre ricordato che, laddove sussista un rischio professionale, vi è l’obbligo di adottare precauzioni di carattere universale. Il test Hiv non può dunque essere richiesto indiscriminatamente a tutti i lavoratori.Eventuali norme specifiche di settore, che richiedano l’accertamento della negatività all’Hiv come condizione di idoneità ad uno specifico servizio (ad esempio presso le forze militari), devono essere motivate da una effettiva condizione di rischio nei confronti di terzi. Per evitare possibili abusi, tale rischio deve essere verificabile, avvalorato dalle conoscenze scientifiche più avanzate e valutato caso per caso anche in relazione alla qualifica professionale e alle condizioni di salute del singolo lavoratore. In tutti i casi vi è l’obbligo di fornire al lavoratore adeguate informazioni sul significato degli accertamenti sanitari e di ottenere il suo consenso al test Hiv.
  9. .
    Il risultato di un test di 4 generazione effettuato a 45 giorni dal rapporto a rischio è definitivo
    Il risultato di un test di 3 generazione effettuato a 45 giorni dal rapporto a rischio è definitivo (fatto salvo rarissimi e ribadisco rarissimi casi)
    Il problema maggiore sta nella valutazione del rischio che si è corso durante un rapporto.
    Non fasciatevi la testa con teorie o paure che poi si rileveranno infondate potenzialmente tutti i rapporti non protetti hanno dei rischi sia per MTS sia per Hiv perché non sappiamo lo stato del partner quindi rispettate i tempi per la diagnosi con la dovuta tranquillità e le prossime volte usate le protezioni vivrete meglio :)
  10. .
    Buone Feste anche a te :)
  11. .
    CITAZIONE (BUGS @ 13/12/2016, 18:20) 
    Se invece si vuol parlare di incontri un Po' spinti non farti problema contatta ARTOIS lui si che se la spassa 😂

    Bugs è in corso la mia beatificazione presto sarò santo che dici😇
  12. .
    Se dopo 5 anni di rapporti sei risultata negativa puoi avere una certa tranquillità
    Non condivido che una coppia non metta a conoscenza il partner della sua sieropositività la trova una mancanza di rispetto e lasciamelo dire di menefreghismo sono questi i comportamenti che permettono al virus di continuare il contagio.
    Non vi è rischio dell'uso in comune degli oggetti che hai indicato il virus si trasmette esclusivamente con un contatto diretto sangue-sangue fresco in ferita aperta e sangue-sperma in rapporto sessuale quindi da quel lato tua figlia non rischia nulla nell'uso degli oggetti.
    Resta il fatto per me grave che lui ti abbia nascosto il suo stato sierologico mettendoti a rischio di contagio , adesso devi pretendere che ti dica come è effettivamente il suo stato, se ha viremia irrilevabile secondo gli studi in corso il contagio è QUASI nullo ma non si ha la certezza che lo sia al 100% sta a te ora valutare se continuare a fare sesso non protetto o pretendere la protezione
  13. .
    Fai pure il test giusto per levarti l'hiv dalla testa
    Per chi rapporti promiscui è utile almeno 1 volta l'anno il test hiv e i test per le principali MST e epatiti
  14. .
    Ciao
    Un minimo aumento di Alt e Asd per i soggetti sieropositivi e che sono in terapia è fisiologico in maggioranza è dovuto ai farmaci che si assumono e che sono metabolizzati dal fegato non ti preoccupare più di tanto
  15. .
    Questo è sicuramente il più ampio Studio per la ricerca di un vaccino Hiv

    HVTN 704 / HPTN 085

    Uno studio di fase 2b per valutare la sicurezza e l'efficacia di VRC01 ampiamente neutralizzanti anticorpo monoclonale nel ridurre l'acquisizione di HIV-1 tra gli uomini e le persone transgender che hanno sesso con gli uomini.

    HVTN 703 / HPTN 081

    Uno studio di fase 2b per valutare la sicurezza e l'efficacia di VRC01 ampiamente neutralizzanti anticorpo monoclonale nel ridurre l'acquisizione di HIV-1 tra le donne in sette paesi dell'Africa sub-sahariana

    Entrambi gli L'AMP Study (noto anche come HVTN 704 / HPTN 085 - HVTN 703 / HPTN 081 ) mettono alla prova un anticorpo sperimentale contro l'HIV. AMP è sinonimo di Anticorpo Mediatico Preventivo. Questa sperimentazione tende a dare alle persone anticorpi precedentemente formati che combattono l'HIV per vedere se questi Anticorpi sono in grado di proteggere le persone dal diventare HIV infette.
    Lo studio AMP prova un anticorpo chiamato VRC01, un anticorpo prodotto contro l'HIV. Questa è una nuova idea per la prevenzione dell'HIV che è legato a ciò che è stato fatto nel campo della ricerca vaccino contro l'HIV. Negli studi tradizionali il vaccino contro l'HIV, viene iniettato nelle persone sane e i ricercatori aspettano per vedere se il loro sistema immunitario riesce a produrre gli anticorpi specifici contro l'HIV in risposta al vaccino. In questo studio, ci potrà saltare questo passo, e dare alle persone gli anticorpi iniettandoli direttamente.
    Per lo Lo studio HVTN 704 / HPTN 085 si prevede il coinvolgimento di 2.700 uomini e trasgender che fanno sesso con uomini che saranno arruolati negli USA e in Sud Africa dovranno essere Hiv negativi in buona salute e di età compresa tra i 18 e i 50 anni . Il trials avrà una durata di 2 anni.
    Per lo Lo studio HVTN 703 / HPTN 081 si prevede il coinvolgimento di 1.500 donne in Sud Africa e Africa Sub sahariana dovranno essere Hiv negatie in buona salute non in stato di gravidanza

    Fonte HIV PREVENTION TRIAL NETWORK www.hptn.org/research/studies
2095 replies since 16/1/2006
.