Aids/Hiv Forum - Sieropositivi

Posts written by artois

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    Scusa vedoilsole può esistere un rischio solo se vi è il fattore che lo provoca se sei sicura che il trans non è siero+ il rischio di contrarre l'infezione non si pone
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    Ragazzi questo post è stato aperto da Xela96 per un suo problema quindi qui non potete trattare dei vostri problemi facendo così si perde il filo
    Xela96 non sai se il tuo partner è o non è siero+ quindi si deve valutare sempre l'opzione peggiore il rischio da te corso è basso per una infezione Hiv i sintomi che accusi sono collegabili a malesseri stagionali i rapporto orale è più rischioso in presenza di ulcere orali infiammazioni a carico dl cavo orale o perdite ematiche non mi sembra che questo sia il tuo caso il test sarà negativo quindi stai tranquilla questa paura ti aiuterà per il futuro, saprai cosa è bene fare e cosa non lo è :)
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    Ti devi preoccupare poco la possibilità di contagio esiste ma è bassa per l'hiv è un po' più alta per le altre Mts aspetta con serenità e senza paranoia il test dei 30 giorni sarebbe stato più rischioso se tu avessi avuto la parte passiva
    Stai tranquillo :)
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    Scusa Varenne ma non mi trovi d'accordo se io sono celibe e sieropositivo e ho rapporti con parter diversi il mio dovere è fare sesso solo protetto i modo da non mettere a rischio il/la partner, se durante l'atto si dovesse rompere il profilattico allora dovrei comunicare il mio stato in modo da dar la possibilità di ricorrere alla PPe
    Se dovessi sempre a prescindere comunicare i mio stato di salute sarebbe come mettere un cartello al collo con scritto sieropositivo alla faccia della mia privacy o dovrei dire addio alla mia via sessuale non trovi
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    https://it.sports.yahoo.com/video/golden-m...-145408301.html
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    Discussione chiusa al forum non piace essere presi in giro
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    CITAZIONE (aksnes_90 @ 24/1/2016, 12:56) 
    Kurtisit tu si che sei un altro esempio! Fossero come te le persone... di bugs il mondo ne è ormai troppo pieno, purtroppo! ;) ma perchè pendete dalle labbra di Artois? Tutto si fa in funzione di lui... Chi è Gesù Cristo?

    Appunto caro aksnes il mondo è pieno di persone che non so perché hanno il dono della ubiquità si sdoppiano proprio materialmente vero?
    Per far capire a chi legge, nel forum bazzicano persone che , non so per quale motivo, si inventano molte cose e mi sa che sia te sia marcolino ,che per far sapere a tutti siete la stessa persona, si divertano o fanno questo per motivi che non conosco , forse perché sono malati di protagonismo , personalmente penso che sei un fake , comunque sia tronchiamo subito questa farsa e facciamo a meno della tua presenza avvisandoti che ulteriori iscrizioni da parte tua saranno segnalati al support di forumfree che prendera i provvedimenti del caso.
    Ti do modo di leggere questo messaggio prima di bannarti definitivamene
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    Non riuscite proprio a capire che tipo di forum è questo vero , le continue punzecchiature sono deleterie per molti utenti che lo frequentano esigo e pretendo il massimo rispetto per tutti indistintamente , il dialogo deve rimanere corretto , non ci riuscite? Beh allora è meglio che trovate un altro posto.
    Questo vale per tutti
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    Rientriamo nella dialettica normale per favore :angry:
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    CITAZIONE (Marcolino_0023 @ 23/1/2016, 17:18) 
    "è la tecnica di uso dei test e di analisi da parte degli analisti che può fallire " scusami artois... che razza di ospedale è, e che razza di dottori ci sono in un reparto di malattie infettive, laddove tu scrivi questo? un test non può MAI fallire, ne tanto meno il personale può essere messo li giusto per! Stai scherzando nell'affermare una cosa del genere?

    Prima di tutto non sono i dottori di malattie infettive che analizzano i test ma i tecnici di laboratorio
    E poi secondo te i medici sono infallibili non possono sbagliare ? sei fuori ragionamento se la pensi così
    Prima di sparare sentenze e affermazioni aspetta i risultati definitivi e se è positivo assicurati che il tuo amico non abbia avuto altri rapporti durante il periodo finestra

    E si che credo tu studi infermieristica questo è ancora più grave se affermi ciò
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    CITAZIONE (Marcolino_0023 @ 22/1/2016, 16:27) 
    Se cosi sarà, d'accordo.. ma se ciò non dovesse essere allora, bisogna rivedere i periodi finestra delle persone che seppur diversi tra di loro, al momento e da come riportano i più autorevoli siti in ambito di malattie infettive non superano i 3 mesi, il che rende la cosa davvero spiazzante.. sfociamo nella questione che nessuno sa quantificare con esattezza i peridi di siero conversione di un individuo... capite da voi che la cosa è grave! Ne tanto meno la questione dell'essere vaghi giustifica ipotetici reazioni del paziente.. se si è positivi in un test elisa si deve dirlo a prescindere, poi se è un falso positivo ben venga, altrimenti si proseguirà con un w b che certificherà la positività all'hiv. Comunque vi terrò aggiornati in modo da fugare qualsiasi dubbio in merito a chiunque un domani possa leggere questo post! :)

    Marcolino i periodi finestra sono quelli che anni e anni di hiv hanno evidenziato semmai è la tecnica di uso dei test e di analisi da parte degli analisti che può fallire , se uno è positivo al test hiv viene detto perché la prassi obbliga la ripetizione del test sullo stesso campione se anche il secondo test da positivo viene richiesto i WB di conferma se vi è sangue a sufficienza altrimenti si effettua un nuovo prelievo , non esistono opportunità di tempi e di valutazione di razioni del paziente se non quelli del tempo necessario per la certezza del risultato
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    No tranquilla
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    21 GEN - L’associazione Nps Italia Onlus, il Network di persone sieropositive, denuncia tramite una nota “il modo con cui la comunicazione e una certa politica stanno gestendo il prepotente ritorno sulla scena del tema sieropositività”. E, almeno per quanto riguarda il primo aspetto, Nps ha inviato un esposto formale all’Ordine nazionale dei giornalisti di Roma, in cui segnala che nel riportare certe notizie “si ravvede il non rispetto di alcune regole etiche e deontologiche alle quali i giornalisti dovrebbero sottostare”.

    In particolare Nps si riferisce Queste ad alcuni recenti fatti di cronaca: dalla rivelazione della star holliwodiana Charlie Sheen di essere Hiv+, al caso di “Valentino T .” la persona con hiv di Roma che avrebbe contagiato decine di donne attraverso rapporti non protetti fino al caso più recente del sieropositivo di Brescia che a sua volta avrebbe pagato minorenni per fare sesso senza preservativo. La onlus segnala che sulle prime pagine dei giornali, nei titoli dei tg, sulle homepage dei siti di informazione, a caratteri cubitali, si sono potute leggere locuzioni, parole e termini come “contagio”, “terrore in città”, “untore dell’Hiv”, sino alla cronaca del “vendicarsi per essere stato a sua volta infettato”.






    “Leggendo l’evidenza e la terminologia usata per riportare queste notizie – afferma la Presidente di Nps Italia Onlus, Margherita Errico – sembra essere tornati indietro nel tempo di decenni. A quel terribile eriodo in cui l’Aids era quella peste, simbolo di stili di vita giudicati dissoluti dai benpensanti, contro la quale la cosiddetta ‘società pulita’ doveva fare argine. La stampa – continua la Presidente di Nps – tende volutamente a diffondere un allarmismo sconsiderato, al solo fine di garantirsi un titolo d’effetto, utile per la vendita in edicola, per lo share e i click di utenti unici sui siti”.

    Nps Italia Onlus ricorda quindi la continenza alla quale “il giornalista, nel riportare una notizia particolarmente sensibile e d’impatto, dovrebbe sottostare. Ricorda l’essenzialità della stessa e la morigeratezza con la quale costruire il posizionamento in pagina e la titolazione”. Nps Italia Onlus, inoltre, fa presente che a vigilare sull’ attività dei professionisti dell’informazione esistono ben precise “carte deontologiche” che vanno obbligatoriamente rispettate.

    Viene quindi richiamata la cosiddetta “Carta di Perugia”, sui rapporti tra informazione, malattia e sanità, dove all’ “articolo 7” è scritto che “E’ impegno comune la non diffusione di informazioni che possano provocare allarmismi, turbative ed ogni possibile distorsione della verità”. La “Carta dei diritti e dei doveri del giornalista”, nella parte “Minori e soggetti deboli” riporta che “Il giornalista tutela i diritti dei alati, evitando nella pubblicazione di notizie su argomenti medici un sensazionalismo che potrebbe far sorgere timori o speranze infondate”; nella premessa dello stesso documento, poi, è scritto: “È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della rità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e della buona fede”.

    “Sui recenti fatti di Brescia – continua la presidente Errico – ravvediamo, dal nostro punto di vista, forti contrasti ai principi della deontologia professionale giornalistica. Mettere in tutta evidenza, nel cosiddetto ‘attacco del pezzo’, che il protagonista si sarebbe volutamente trasformato in ‘untore’ per vendicarsi del proprio essere sieropositivo, è di una gravità inaudita. Visto che nostre verifiche hanno evidenziato che la persona arrestata mai avrebbe ammesso questo proposito di vendetta, smentito anche dagli inquirenti in una conferenza stampa convocata d’urgenza subito dopo il trapelare delle prime notizie. Perché, allora, evidenziare quell’aspetto? Per un bieco fine di clamore a favore della notizia? È quindi nostra ferma volontà a questo punto proporre all’Ordine dei giornalisti un corso di formazione ad hoc sull’Hiv/Aids e malattie sessualmente trasmissibili, ci offriamo di farlo anche volontariamente, al fine di porre fine a questo genere di informazione sensazionalistica basata su una caccia alle streghe che noi attivisti non possiamo più tollerare”.

    “Sul caso di Valentino T – proseguono da Nps Italia Onlus – ricordiamo che le partner del malato, tutte maggiorenni, erano consenzienti nell’avere rapporti con lo stesso senza alcuna protezione. Certo, mai si immaginavano che Valentino potesse essere sieropositivo, oppure si illudevano che non lo fosse, altrimenti ome spiegare quell’intenzione di fare sesso con uno sconosciuto senza preservativo?”
    “Termino con la chicca che ci offre la politica – aggiunge in conclusione la presidente Nps, Margherita Errico – qualcuno vorrebbe riesumare dal nostro codice Rocco il reato di epidemia, reagendo a fatti riguardanti l’Hiv con una veemenza e con una buona dose di intolleranza che era da un po’ che non si vedevano. Tutto questo dimostra come di fronte all’Aids, sotto la cenere di larghi strati di una società benpensante, siano ancora vive le braci di un pensiero insofferente alla malattia. È triste quindi constatare che la sieropositività in Italia è sempre quel tabù che l’informazione e la politica non sanno affrontare”.


    21 gennaio 2016
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    L'emivita di un farmaco in genere è più lunga di quanto dichiarato dalla società farmaceutica quindi assumere un farmaco anche a ore diverse ( purchè non siano le ore eccessive ) non comporta alcun rischio di fallimento terapeudico.
    Per aderenza si intende appunto attenersi a quanto detto dal medico sia nel modo di prenderla sia nella sua frequenza , la cosa importante e non prenderla quando te lo ricordi ma tutti i giorni senza saltarne uno
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    Stabile il numero di nuove infezioni da HIV, come pure quello dei casi di AIDS. Il virus colpisce più gli uomini delle donne e i giovani tra i 25 e i 29 anni.

    Le modalità di trasmissione sono rappresentate nell’ 84% dei casi da rapporti sessuali senza preservativo sia tra eterosessuali che tra maschi che fanno sesso con maschi. La maggior parte dei pazienti (9 su 10) è seguita presso i centri clinici di malattie infettive ed è sottoposta a terapia antiretrovirale.

    Nel 2014 in Italia 3.695 persone hanno scoperto di essere HIV positive, un’incidenza pari a 6,1 nuovi casi di sieropositività ogni 100 mila residenti. E’ quanto emerge dalla fotografia scattata dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità che pubblica annualmente un fascicolo del Notiziario dell’ISS dedicato all’aggiornamento dei due flussi di sorveglianza: quello delle nuove diagnosi di HIV e quello dei casi di AIDS.

    L’incidenza, ossia le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2014, non mostra particolari variazioni rispetto ai tre anni precedenti e colloca il nostro Paese al 12° posto nell’Unione Europea. Le regioni che hanno mostrato un’incidenza più alta sono state il Lazio, la Lombardia e l’Emilia-Romagna.

    Il virus colpisce prevalentemente gli uomini. Questi rappresentano ben il 79,6% dei casi nel 2014, mentre continua a diminuire l’incidenza delle nuove diagnosi nelle donne. L’età media per i primi è di 39 anni, per le donne di 36 anni. Quanto alla fascia di età maggiormente colpita, è risultata essere quella delle persone di 25-29 anni (15,6 nuovi casi ogni 100.000 residenti).

    La maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV è attribuibile a rapporti sessuali senza preservativo, che costituiscono l’84,1% di tutte le segnalazioni (maschi che fanno sesso con maschi: 40,9%; eterosessuali maschi: 26,3%; eterosessuali femmine 16,9%).

    Il 27,1% delle persone diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera. Più in dettaglio, nel 2014, l’incidenza è stata di 4,7 nuovi casi ogni 100.000 tra italiani residenti e di 19,2 nuovi casi ogni 100.000 tra stranieri residenti. Le incidenze più elevate tra stranieri sono state osservate nella regione Lazio, in Campania, in Sicilia e in Molise. Tra gli stranieri, la quota maggiore di casi è costituita da eterosessuali femmine (36%), seguita dal 27% di eterosessuali maschi, mentre tra gli italiani la proporzione maggiore è quella dei maschi che fanno sesso con maschi (49%), seguita dal 26% di eterosessuali maschi.

    Sempre nel 2014, il 53,4% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV è stato diagnosticato con un numero di linfociti CD4 inferiore a 350cell/μL. Rispetto al 2013 comunque, questa percentuale sembra essere in diminuzione (nel 2013 questa proporzione era infatti del 57,6%). In Umbria e nella Provincia Autonoma di Trento l’esecuzione del test di avidità anticorpale, che permette con una buona approssimazione di identificare le infezioni recenti, ha evidenziato che, nell’anno preso in considerazione, il 17,5% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV ha verosimilmente acquisito l’infezione nei 6 mesi precedenti la prima diagnosi di HIV positività.

    Infine, il 26,4% delle persone ha eseguito il test HIV per la presenza di sintomi HIV-correlati, il 21,6% in seguito a un comportamento a rischio non specificato e il 10% nel corso di accertamenti per un’altra patologia.

    I casi di AIDS

    La sorveglianza dei casi di AIDS riporta i dati delle persone con una diagnosi di AIDS conclamato. Dall’inizio dell’epidemia (nel 1982) a oggi sono stati segnalati oltre 67.000 casi di AIDS, di cui circa 43.000 sono deceduti.
    Nel 2014, sono stati diagnosticati 858 nuovi casi di AIDS pari a un’incidenza di 1,4 nuovi casi per 100.000 residenti. Anche in questo caso, l’incidenza risulta stabile negli ultimi tre anni.
    È diminuita nel tempo la proporzione di persone che alla diagnosi di AIDS presenta un’infezione fungina, mentre è aumentata la quota di pazienti che presenta un’infezione virale o un tumore. Diminuiscono i decessi di persone con AIDS.
    Nel 2014, poco meno di un quarto delle persone diagnosticate con AIDS ha eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS. Questa bassa percentuale di persone in terapia è legata al fatto che una quota crescente di persone HIV positive è inconsapevole della propria sieropositività: tra il 2006 e il 2014 è aumentata la proporzione delle persone che arrivano allo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieropositività, passando dal 20,5% al 71,5%.
    Da uno studio condotto su 12 Centri Clinici di Malattie Infettive campionati per essere rappresentativi della realtà italiana, risulta che in Italia il 90,9% delle persone diagnosticate con infezione da HIV è seguito presso i centri clinici di malattie infettive; di questi, il 92,6% è in terapia antiretrovirale, e di questi l’85,4% ha raggiunto la soppressione virale.

    Fonte: Istituto Superiore di Sanità

    Dal sito dell’Istituto Superiore di Sanità (Centro Operativo AIDS) collegati a:

    DATI ITALIANI SULL’EPIDEMIA

    FACT SCHEET SORVEGLIANZA NUOVE INFEZIONI

    NOTIZIARIO DELL’ISS CON DATI E ANALISI COMPLETE
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