La tecnica Crispr per eradicare(?) il virus dell’hiv

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    Primo paziente con HIV trattato con CRISPR

    Articolo di Rachele Mazzaracca

    L’innovativa terapia di editing genomico EBT-101, che potrebbe rivoluzionare il futuro della sindrome da immunodeficienza acquisita, è stata testata per la prima volta sull’uomo
    Rimuovere il DNA virale dalle cellule infette, eradicando così l’infezione da HIV grazie a CRISPR: questo l’obiettivo della terapia sperimentale EBT-101. A settembre 2021 la Food and Drug Administration aveva autorizzato uno studio clinico per valutare la sicurezza, la tollerabilità e l'efficacia del trattamento basato sull’editing genomico in persone che convivono con il virus dell'immunodeficienza umana di tipo 1. A distanza di un anno è stata annunciata la somministrazione di EBT-101 al primo paziente: se tutto dovesse procedere come previsto, non sarà più necessario sottoporlo a terapia antiretrovirale (ART) che, attualmente, è lo standard per la gestione dell’infezione cronica.

    EBT-101, sviluppata da Excision BioTherapeutics in collaborazione con la Lewis Katz School of Medicine della Temple University, è una terapia sperimentale che – se raggiungesse i risultati sperati - potrebbe potenzialmente riscrivere la storia dell’HIV. L'HIV, infatti, continua a essere uno dei principali problemi di salute pubblica a livello globale: ha causato oltre 40 milioni di vittime e, solo nel 2021, sono stati stimati 650mila decessi per cause correlate all’HIV e 1,5 milioni di nuovi casi (dati Organizzazione Mondiale della Sanità). Il virus colpisce il sistema immunitario e indebolisce le difese dell’individuo al punto da renderlo molto sensibile anche al più banale raffreddore, che potrebbe così essere letale, o all’insorgenza del cancro. Lo stadio più avanzato dell'infezione da HIV è la nota sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).

    La terapia d’elezione si basa su una combinazione di farmaci antiretrovirali che, pur non curando definitivamente l’infezione, sopprime la replicazione del virus, ne riduce la presenza nel sangue e consente al sistema immunitario di recuperare le sue funzioni di difesa. Nonostante la terapia antiretrovirale, però, l’HIV persiste in forma di virus latente: si “nasconde” nei tessuti, in cosiddetti serbatoi, e resta invisibile al sistema immunitario. Per questo motivo è molto importante non interrompere la ART, dato che permetterebbe al virus di tornare all’attacco. La rimozione del DNA dell’HIV dal genoma delle cellule infette è quindi indispensabile per evitare che questo accada.

    Dopo i primi soddisfacenti risultati ottenuti in laboratorio e in modelli animali, il passaggio allo studio sull’uomo permetterà di comprendere le reali potenzialità di EBT-101, studiandone a fondo efficacia e sicurezza. Lo studio di Fase I sta procedendo come annunciato e il primo paziente ha già ricevuto la terapia sperimentale one-shot basata sul sistema di editing genomico più famoso al mondo e somministrata per via endovenosa. Sono previsti 9 partecipanti in totale: tutti saranno valutati per stabilire se sono idonei a interrompere la ART a 12 settimane dalla somministrazione di EBT-101 e saranno poi seguiti fino a 48 settimane. I pazienti coinvolti saranno quindi arruolati in uno studio di follow-up a lungo termine che durerà fino a 15 anni.

    Anche se a distanza di quasi mezzo secolo dalla scoperta dell’HIV non esiste una cura definitiva, il miglioramento dell’offerta sanitaria degli ultimi anni - prevenzione, diagnosi precoce, assistenza e trattamento antiretrovirale - ha trasformato un’ infezione letale in una condizione cronica, con cui si può convivere per decenni. Purtroppo, la pandemia di COVID-19 ha interrotto diversi servizi sanitari, causando un peggioramento nella gestione dell’HIV (e non solo). La ricerca di nuove opzioni terapeutiche resta quindi fondamentale e, come si è visto negli ultimi anni, le terapie avanzate possono dare il loro contributo. A 10 anni dalla pubblicazione su Science del famoso articolo firmato dai Premi Nobel Jennifer Doudna e Emmanuelle Charpentier, la prima somministrazione sull’uomo di una terapia sperimentale basata su CRISPR e mirata a una malattia infettiva è un altro momento cruciale nella storia dell’editing genomico.
     
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    Hiv. Terapia di editing genetico su due bersagli per eliminare l’infezione


    La terapia di modifica genetica mirata a due bersagli – HIV-1, il virus che causa l'AIDS, e CCR5, il co-recettore che aiuta il virus a entrare nelle cellule – potrebbe eliminare efficacemente l'infezione da HIV. È quanto emerge da una nuova ricerca della Lewis Katz School of Medicine della Temple University e dell'Università del Nebraska Medical Center (UNMC). Lo studio, è il primo a combinare una duplice strategia di editing genetico con farmaci antiretrovirali.

    Una terapia di editing genetico mirata contro due obiettivi, il virus HIV e il CCR5, il co-recettore che lo aiuta ad entrare nelle cellule, potrebbe eliminare in modo efficace l’infezione. È la conclusione cui è giunto uno studio condotto da ricercatori del Temple University Health System e dell’Università del Nebraska, che per la prima volta ha combinato una doppia strategia di editing e antiretrovirali. I risultati sono stati pubblicati da Proceedings of the National Academy of Sciences.

    “L’idea arriva dai pochi casi umani curati dal virus, ovvero pazienti che sono stati sottoposti a trapianto di midollo per la leucemia e per i quali sono state utilizzate cellule che portavano mutazioni che inattivavano il CCR5”, spiega Kamel Khalili, della Temple University.

    In lavori precedenti, il team aveva evidenziato che si poteva riuscire a eliminare il materiale genetico virale dalle cellule di animali di laboratorio vivi tramite editing genetico, ma l’infezione, poi, tornava a causa di alcuni serbatoi virali presenti nei tessuti.

    I ricercatori del Temple University Health System e dell’Università del Nebraska hanno quindi iniziato a concentrarsi sul recettore CCR5.

    Lavorando sul modello murino, hanno osservato che, con la somministrazione della terapia di editing genetico e di antivirali, si verificava una soppressione virale, un ripristino delle cellule T e l’eliminazione dell’HIV-1 in replicazione nel 58% degli animali infettati dal virus.

    Fonte: Proceedings of the National Academy of Sciences 2023
     
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    Notizia da prendere sempre "con le pinze"

    E infatti HIVforum.info invita ad una calda prudenza e di non credere a questi titoloni che promettono cose non veritiere.

    Per maggiori info lascio il link:

    https://hivforum.info/forum/viewtopic.php?...b471981#p127667
     
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